Non rinuncio alla mia ora d’aria!

Mio marito e’ a casa da qualche giorno, e dal momento in cui ha rimesso piede nella nostra vita lo ha fatto anche il solito folto gruppo di amici che mi ritrovo tutti i sabato sera a cena.

Lo scorso sabato tutto procedeva tranquillo e accarezzavo l’idea di uscire finalmente da soli a cena dopo mesi e mesi dall’ultima volta dato che avevamo la domestica a disposizione per il weekend… ma poi ho scoperto che lui si era mezzo impegnato con un amico per cena a casa nostra. Allora pensavo ed escogitavo nel tentativo di trovare una soluzione. Proprio non volevo stare a casa, e dovevo trovare il modo di dissuaderlo. Lui diceva che proprio non era il caso di chiamare per disdire, che la cosa lo seccava moltissimo e che oramai non c’era soluzione e avremmo dovuto rinunciare alla nostra ora d’aria.

Non potevo crederci e gli ho elencato una sere di soluzioni semplici considerato che la persona in questione non se la sarebbe presa a male essendo un frequentatore costante delle nostre cene.

Non riuscivo a convincerlo che avremmo dovuto riservare la serata a noi stessi, o meglio, anche lui avrebbe voluto, ma era fortemente combattuto dal non saper come districarsi. Nel pieno della delusione l’ho abbandonato per portare il bambino a dormire ma  poi mi si e’ accesa una lampadina, ed ho pensato che i vecchi rimedi siano sempre i piu’ efficaci. Allora dapprima ho iniziato un po’ a massaggiarmi per trovare l’ispirazione giusta su cosa scrivergli, poi dal mio letto caldo ho iniziato a a mandargli messaggi contenenti promesse vogliose e goduriose se mi avesse accontentata.

La proposta veramente indecente che gli ho fatto era una promessa di totale sottomissione se fossimo usciti, con aggiunta di promessa che mi sarei fatta trovare disarmata nel primo angolo buio che avessimo incontrato. Anche pubblico.
La sua risposta è stata un fulmineo “ok usciamo!”

Non mi sembrava vero, ma in fondo basta saper chiedere, no?
Siamo usciti in auto per l’aperitivo in un posto ritenuto fighissimo dalle masse vacanziere, ma faceva freddo era deserto e, come tutti i posti turistici, non aveva ristoranti degni di essere presi in considerazione. C siamo spostati in un paese limitrofo dove abbiamo trovato una folla allegra e festante che gioiva nell’attesa del giro d’Italia, il cui posto sarebbe stato una tappa.

Dopo un po’ di difficolta’ per trovare un posticino finalmente ci siamo seduti ad una bella tavola di legno in mezzo alla strada per osservare il passeggio durante la cena. Ovviamente scanner laser posizionato su tutte le figure femminili che ci attraversavano la strada e tante risate.

Purtroppo la popolazione femminile e’ problematica da queste parti, c’e’ stata una mescolanza genetica molto sfavorevole per cui trovare una ragazza guardabile e’ un’impresa non da poco (devo dire anche gli uomini sono indecenti, e se vedi uno un po’ guardabile scopri che è alto un metro e mezzo). L’unica interessante, giovane,  capellona, alta, longilinea e ben vestita era accompagnata da uno sfigato che accanto a lei non ci entrava niente! Sono passati davanti a noi un paio di volte in un ora, poi sono spariti tra la folla. Vabbè, poco male. Quando abbiamo deciso di fare due passi e poi ritornare a casa io aevo già pronta la mia solita voglia di fare pipì che aveva iniziato a scalpitare, ma che mi ero dovuta tenere lungo tutto il tragitto verso casa, che non era stato diretto, ma si era dilungato lungo la statale realizzando un mini tour guidato e mirato all’osservazione con commento di donnine allegre. Ormai sapete che mio marito è alla ricerca di una ragazza per me, e tutto può suscitare ispirazione,anche se finora non ho ancora visto una persona che mi abbia fatto pensare: “questa me la scopo!”

Dopo il divertente tour finalmente era giunta l’ora di rientrare a casa carichi di ispirazione e perversioni inespresse. Dato che avevo ancora la mia pipì che protestava avevo deciso di vendicarmi disturbando a mia volta il conducente dell’auto con una mano rovistante insistentemente nella cerniera dei pantaloni. Giunti poco distanti da casa abbiamo fermato la macchina in uno spiazzo buio e silenzioso e intrapreso un combattimento affannoso al bordo del vano portabagagli.

I miei tacchi mi davano la giusta altezza perchè lui potesse penetrarmi con facilità, ma la pretesa era che io facessi la pipì al pieno della penetrazione: fisiologicamente impossibile, per cui l’ho fatto uscire dalla sede ufficiale per poi farlo rientrare, ma contromano.

E contromano, spingi e spingi ho iniziato a far uscire finalmente la mia pipì dato che non ne potevo più e ovviamente per lui è stata la famosa goccia che fa traboccare il vaso, e poi alla fine è traboccato lui! 😉

Vuoi sentirti sexy? Fatti riempire la pancia!

Uno dei momenti più sexy della mia vita, ed uno dei pensieri ricorrenti che mi scopro a  fare quando aspetto il ritorno di mio marito è stata, ed è, la gravidanza.

La mia gravidanza ha segnato un periodo di grande scoperta delle potenzialità del mio corpo, e l’ho vissuta serenamente e in modo anche piuttosto  intrigante.

In verità ci sono stati dei periodi tristi e di solitudine, specialmente al  principio. Quando ho  scoperto di essere incinta ero sola, quando ho fatto tutte le ecografie anche…Mio  marito come al solito era lontano, ed oltre al desiderio crescente si  aggiungeva anche  la mancata condivisione di un evento bellissimo. Insomma all’inizio  ero un po’ in fase  baby blues.

Inoltre il mio desiderio sessuale era salito alle stelle ed io soffrivo  tanto di astinenza, al  contrario di quello che normalmente succede alle donne che credono sia  pericoloso per il bambino o poco interessante per loro. Quindi, oltre alla tristezza per la sensazione  di  abbandono,  avevo anche una voglia repressa più forte del solito.

 Quando il vacanziero tornò finalmente a casa io ero già di tre mesi ed avevamo già  perso molto di questa avventura insieme. E’ stata una cosa nuova  per entrambi,  un’esperienza vissuta alla giornata, e presentando parecchie  incognite e prospettando dei momenti successivi super impegnativi  abbiamo deciso di affrontarla nel modo più divertente possibile.

Di base c’era, ovviamente, l’ottima salute mia e del mio piccoletto e  forti di ciò suo  padre ed io abbiamo potuto dare il via alle più interessanti fantasie.

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 In quel periodo era migliorato tutto di me, la qualità dei miei capelli,  della mia pelle, non mi  cresceva più un pelo, e man mano che la mia pancia cresceva io in  proporzione dimagrivo  (almeno all’apparenza) perché cresceva lei sola, e chi mi guardava di spalle  vedeva un culetto tondo senza rigonfiamenti extra.

 Era il periodo in cui mio marito amava il mix gonne lunghe country e  tacchi o stivali alti, e spesso uscivo così. Fino al sesto mese inoltre la pancia non era  molto evidente ed io  ho indossato sempre tutti i miei abiti fino all’ultimo giorno.

 Uscivamo per l’aperitivo o a cena ed io facevo i miei soliti giochi di  mutande e  situazioni vedo non vedo la sola cosa che non riuscivo a trattenere  era la voglia  continua di fare pipì… Quale spunto migliore?

Lui mi chiedeva sempre di non fare la pipì prima di uscire, dicendomi che  aveva intenzione di farmi bere molta acqua e che avrei dovuto  trattenerla per lui. Una tortura il più  delle volte, ma in generale era divertente.

Una sera eravamo a cena nei pressi del porto, ricordo che fu la volta  in cui scegliemmo i  nomi, e dopo una bella cenetta decidemmo di fare due passi. Per me era  giunto il  momento, stavo scoppiando DEVO FARE LA PIPI!

Niente di piu adatto che il muraglione del molo, in ombra e nessuno di  passaggio.

Alzati la gonna e falla qui, io ti guardo.

Non so cosa piaccia agli uomini nel guardare una donna che fa la pipi,  ma  ho capito che  dev’essere come la cocaina, specialmente quando sei su dei tacchi  alti, hai una  gonna che ti scopre tutte le cosce, una pancia soda e piccolina, due seni  fasciati che, nel mio caso, già erano raddoppiati in misura e consistenza.

Ho fatto quello che dovevo, e pensavo di cavarmela così, invece  quella fu la volta del  mio primo sesso in luogo pubblico, una cosa molto eccitante proprio a  causa del rischio e  della precarietà di privacy.

Ovviamente non poteva concludersi così, troppo veloce, troppo allo  scoperto, troppo  incompleto… “Andiamo verso la macchina!”

Sulla strada di casa passammo per vie di campagna, e ci fermammo nel piazzale di una chiesetta dove potemmo dar  sfogo   alle più strane perversioni alla luce della luna (capitava al momento giusto)  dal titolo  “ragazza incinta si fa violentare dall’ orco sul ciglio della strada”! 😉

Il malvagio aveva dei piani diabolici, me ne rendo conto solo ora che metto  insieme le idee  per descrivere… Nel bel mezzo di un periodo appagante diceva : “vado a fare un  giro di un paio di giorni coi miei amici” … E io? “Tu è meglio che stia a casa a riposarti.”

Adesso è una cosa a cui non do piu tanto peso, nel senso che l’ho  analizzata, ma  allora era come un tradimento, un abbandono vero e proprio, un  addio senza  possibilita di replica. Lo lasciavo fare perchè sapevo che una volta  che il bambino  fosse arrivato la libertà di entrambi sarebbe stata stravolta, ma lo  odiavo per questo,  perché mi lasciava sola e perchè non aveva per me le stesse attenzioni che nutrivo io  per lui, in questo senso.

Questo ha contribuito parecchio ad abbassare il mio umore e a rendermi ancor più  triste quando lui non c’era.

Aveva una certa dose di egoismo che non riuscivo a tollerare, seppur poi al  suo ritorno mi  faceva sentire come la donna più desiderabile del pianeta. In quel periodo avrei  voluto vivere la gravidanza di una coppia normale, forse un po’  alternativa, ma normale… Invece certe volte mi sembrava di essere  la sua amante.

 Man mano che la pancia aumentava diventava stancante per me stargli sopra e dominare il gioco, e così oltre alla mite posizione sul fianco  come una nonnina ancora attiva, usavamo la posizione maschile dominante per eccellenza che per lui era una  sferzata di  ormoni (non che ne avesse bisogno). Il massimo della nostra  eccitazione  avveniva  guardando lo specchio, dove potevamo vedere un uomo che teneva  in  ginocchio una  ragazza gravida e le infieriva potenti sciabolate bloccandole i fianchi, e  più toccava la  pancia soda e perfetta più si eccitava.

Ancora oggi ogni tanto penso a perché non mettiamo uno specchio esattamente sopra il letto, così chi sta sotto diverrebbe la persona più felice del mondo!

Dopo il parto ci sono voluti due abbondanti mesi per riprendere la  gratificante attività di  coppia, ma non riuscivo in alcun modo a lasciarlo entrare così un  giorno ho avuto  un’idea geniale ed ho aiutato i miei tessuti intorpiditi con un vibratore…

 Ma questa è un’altra storia che vi racconterò con calma!